La leggenda del Lupo Mannaro
L'accaduto risale a circa 20.000 anni fa, durante la fase finale dell'ultimo Grande Gelo, quando l'uomo non aveva avuto ancora nessun rapporto con un animale domestico.
In un giorno di caccia, molto proficua rispetto alla media di quel periodo, un gruppo di umani decise di festeggiare la buona sorte banchettando attorno a grandi fuochi dove erano poste le carcasse della selvaggina; l'odore della carne cotta saturò l'area intorno a loro e col vento viaggiò per centinaia di metri fino ad arrivare al sottile olfatto di un branco di lupi che girava da giorni da quelle parti.
Arrivata la notte, tutti quanti si coricarono lasciando ammassati da una parte i resti del loro banchetto essendo sicuri che il giorno dopo avrebbero potuto usarli per la costruzione di utensili vari; purtroppo però non furono gli unici ad avere dei progetti: difatti, non appena calò la calma, il branco di lupi ci si avventò ripulendo il bottino. Fu un gran banchetto anche per gli animali che di buon gusto apprezzarono molto il gesto degli umani.
Il mattino seguente, non avendo mai avuto prima di quel momento rapporti con animali tanto temerari da avvicinarsi sfacciatamente all'accampamento, la gente rimase perplessa chiedendosi dove fossero finite le ossa e le pelli; e cercando qualche indizio su chi fosse il colpevole un uomo trovò delle tracce che portavano in mezzo al bosco ma che svanivano poco oltre, decisero così di lasciar correre per quella volta.
Essendo nomadi, gli uomini si incamminarono verso sud inconsapevoli del branco di lupi che aveva deciso di seguirli nella speranza di ricevere altro cibo e una volta arrivata la sera i fuochi vennero riaccesi e su di loro fu posta nuova carne. Come nella sera precedente i resti furono lasciati in un angolo ed il branco di nuovo li divorò. Andarono avanti così per varie notti fino a che, una sera di Luna piena, gli uomini tesero una trappola ai loro ladri e quando il branco si avvicinò, tutti i cacciatori saltarono fuori dai loro nascondigli circondandoli... Inutile dire quanto grande fu la sorpresa nel vedere quelle creature impaurite che non sapevano più se provare a cibarsi o meno.
Quella sera i lupi furono cacciati via e tutto tornò alla normalità, gli uomini non lasciarono più i resti della caccia incustoditi né tanto meno cibarono i canidi, ma nonostante ciò il branco continuò a seguirli: tutte le sere i lupi si accucciavano intorno all'accampamento dove arrivava il calore delle braci e rimanevano in attesa guardando gli umani mangiare; ci vollero settimane prima che un bambino prese coraggio ed offrisse loro parte della sua cena. Quel giorno diede inizio alla collaborazione tra uomo e canide.
I lupi seguivano come ombre gli umani, li aiutavano di giorno nella caccia e li proteggevano dalle minacce della notte; gli uomini si sentivano al sicuro con i loro nuovi amici col pelo così presero a rendere loro onore le notti di Luna piena (in memoria del primo incontro). Col passare degli anni, quando il rapporto uomo/lupo fu consolidato, i cacciatori cominciarono a vedere questi animali non più come un 'incontro fortuito' - dato che avrebbero potuto tranquillamente sparire da un momento all'altro dopo aver ricevuto il cibo - ma come entità superiori accorse lì per garantire la loro sopravvivenza e quella della loro progenie, cominciarono quindi a venerarli come tali. Ad ogni rito i lupi presenziavano al fianco dei loro amici; quando qualcuno moriva, veniva 'sacrificato' un canide così che anche nell'aldilà questi potesse avere al suo fianco un fido amico che lo proteggesse dal male; e quando invece a mancare era un lupo venivano indette vere e proprie cerimonie funerarie dove 'l'eletto' (un uomo diverso ogni volta scelto secondo criteri a noi sconosciuti) vestiva con le pelli dell'animale così da assumerne simbolicamente ogni caratteristica.
*precisazione: ad ogni rito funebre gli eletti porteranno addosso la pelliccia del lupo di cui furono vestiti e ne porteranno avanti l'onore*
Le generazioni passarono ed il rituale funebre dei canidi si fece sempre più forte, tanto da divenire non più solo un rito funerario ma allo stesso tempo un'iniziazione che dava vita ad un nuovo essere considerato superiore agli altri: il cosiddetto uomo lupo.
Ci fu però il momento in cui accadde ciò che non era ancora mai successo: la Luna piena ed il rito funerario di un lupo anziano combaciarono nella stessa notte. Come da tradizione ci fu il banchetto e successivamente venne deciso chi sarebbe stato il nuovo eletto che avrebbe vestito le pelli del lupo: toccò ad un ragazzino quella sera, e quando tutto fu pronto venne portato sull'altare per la sua iniziazione. La Luna era splendente ed i suoi raggi carezzavano dolcemente i due corpi; quando fu posta la pelliccia sulle sue spalle si dice che il giovane guardò l'astro ed i suoi occhi presero il colore del lupo che vestiva, la sua pelle e la pelliccia cominciarono a fondersi e lì dove c'era un bambino presto ci fu il lupo più grosso e pericoloso mai visto fino a quel momento. Tutti i presenti, uomini e non, si inginocchiarono davanti a quell'incredibile essere e a lui fu affidata la guida del branco di uomini-lupo.
Quel miracolo diede inizio alla stirpe dei lupi mannari.
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